martedì 23 settembre 2008

Sette libri per una possibile Weltanschauung del domani


Ho letto l’ultimo libro di Giulio Tremonti, La paura e la speranza, 2008, Mondadori, Milano, 112 pagine. L’ho trovato interessante e ho pensato di scrivere poche osservazioni in parallelo al contenuto di altri testi che, in un modo o nell’altro, trattano alcuni degli argomenti analizzati dall’economista di Forza Italia. Gli altri libri sono:

- Carl Gustav Jung, Realtà dell’anima, 1970, Boringhieri, Torino, 221 pagine.
- André Barbault, L’astrologia e la previsione dell’avvenire, Armenia, Milano, 312 pagine
- Roberto Vacca, Il medioevo prossimo venturo, scaricabile in rete: http://www.printandread.com/download/medioevofree.pdf
- Erich Fromm, Psicoanalisi della società contemporanea, 1995, Mondadori, Milano
- Naomi Klein, No logo, 2001, Baldini&Castoldi, Milano, 456 pagine
- Kary Mullis, Ballando nudi nel campo della mente, 2000, Baldini&Castoldi, Milano, 222 pagine

A mio avviso la prima parte del libro è la più interessante. Si tratta dell’analisi dell’Autore, un’analisi di parte, è ovvio, della pesante situazione mondiale attuale. I punti salienti della stessa sono i seguenti. Dopo lo statalismo è stato il tempo della politica liberal e del libero mercato. Oggi praticamente tutti i politici, perfino gli ex comunisti, negano di essere mai stati tali e si dicono liberal dalle origini. La politica del libero mercato ha assunto toni assoluti ed è degenerata in quello che Tremonti chiama “mercatismo”, appunto l’estremizzazione del libero mercato in cui si tende a pensare che tutto possa risolversi con le forze dell’impresa e con l’assenza dello Stato. L’autore non è d’accordo e cita, come esempio, i dovuti e necessari interventi periodici delle varie banche centrali (lo Stato) a favore dell’economia. Ci sono delle cifre precise. All’indomani del drammatico 11 settembre, la banca centrale americana difese l’economia statunitense con un “pompaggio” di valuta di poco inferiore ai quaranta miliardi di dollari. Quarantasette furono, invece, i miliardi di dollari immessi dalla Federal Reserve americana, il 15 novembre 2007, giorno davvero critico per l’economia mondiale, contro i ben 178 miliardi di euro di liquidità pompati dalla Banca Centrale Europea il 27 novembre 2007. Ma Tremonti non crede troppo a tali interventi e ci descrive la sua “paura” per il futuro economico del pianeta. Egli ci fa osservare che oggi si può volare a Londra con meno di 20 euro, ma occorrono mediamente 40 euro per una piccola spesa al supermercato.
Perché?
Perché, soprattutto, paesi come la Cina e l’India, hanno smesso di avere un’economia “chiusa” in cui producevano tutto ciò di cui avevano bisogno e hanno iniziato a consumare carne e latte in quantità enormi. Ciò ha certamente sbilanciato gli aghi fondamentali dell’economia del mondo.
L’analisi delle cause della crisi economica attuale vengono spiegate nel libro abbastanza dettagliatamente e credo che il lettore medio possa condividere una buona parte di queste ragionevoli spiegazioni.
La parte del testo, invece, dove a mio avviso, il lavoro di Tremonti è meno credibile è quando egli ci parla di speranza e dei possibili rimedi umani contro una possibile nuova crisi del ‘29.
Diciamo subito che ciò, secondo il mio parere, è anche quanto si evince in altri libri che hanno affrontato il tema del futuro del mondo, seppure da punti di vista assolutamente diversi.
È il caso del libro di Vacca, di quello di Erich Fromm e dell’altro di Naomi Klein che è divenuto la bibbia dei no global. In tutti e tre si fanno analisi dettagliate dei mali della società contemporanea e il valore critico di tali saggi è, a mio avviso, importante e coerente. Molto meno sono le possibili soluzioni indicate (o non indicate) da questi autori per “salvare il mondo”.
Il testo più lacunoso, in tal senso, trovo che sia proprio quello di Naomi Klein.
Ma torniamo a Tremonti.
Egli, in effetti, ci elenca delle possibili soluzioni, ma mi sembra di leggere in esse più il tema di un giovane sospinto da forti speranze e grandi ideali anziché l’analisi fredda di un economista.
Per esempio Tremonti vede nei valori della famiglia una grande via per la rinascita. Ma qui sembrerebbe un po’ utopistico dirigere il timone della società per un recupero di valori persi (per sempre?). L’unità della famiglia non si può imporre per legge. Certamente lo Stato può aiutare le famiglie, in termini economici, ma i danni che si sono andati strutturando decennio dopo decennio, a partire dalla “deregulation quasi totale del ‘68” non sembrano poter esser governabili con piccoli o medi incentivi statali.
Tremonti indica anche il settore del volontariato e il ruolo dell’Europa che dovrebbe “tornare ad avere una vera politica”. L’autore cita, per la verità, diversi item che, a suo giudizio, potrebbero farci uscire dall’inviluppo critico attuale.
Non sono un economista, ma sento di essere un animale politico, oltre che pensante, e cerco di avere una visione del mondo quanto più olistica possibile.
Già Jung, nel testo citato, ci aveva descritto la crisi dell’uomo moderno come conseguenza della perdita di quel rapporto magico uomo/divinità che aveva tenuto per millenni. Ma anche questo pezzo di storia dell’umanità sembra essersi dileguato del tutto e non penso che le leggi fatte dagli uomini possano rimediare nella suddetta direzione.
Del tutto diversa la visione del mondo di uno scienziato controcorrente, Kary Mullis, premio Nobel per la chimica, che ci offre una lettura assolutamente originale del mondo in cui egli contesta le “bugie” sul buco dell’ozono, sulla natura dell’AIDS, sulla negatività delle droghe e via dicendo.
Ancora una volta, invece, mi piace lodare la visione aperta, laica, telescopica e al tempo stesso a grandangolo di André Barbault nel testo citato.
Egli ci descrive l’Indice Ciclico Planetario e non si preoccupa di dare voti, di dividere i buoni dai cattivi o di indicare in Marx o in Berlusconi i cattivi: no, egli si limita (!) a mostrarci le crisi mondiali del passato, del presente e del futuro.
E il bello del suo discorso è che tutto ciò funziona ed è dimostrabile!
Ho piacere che anche Lucia abbia apprezzato soprattutto gli aspetti matematici della mia ricerca illustrati nella mia ultima pubblicazione. Purtroppo la visione di un orizzonte che inizia a diventare sempre più vicino è una realtà ineludibile della vita e penso più di essere realista che pessimista (in questo momento della mia vita sono particolarmente felice), ma - insieme a voi che credete nell'AA - dico, e continuerò a dire - "venderò cara la pelle!".

Buona giornata a Tutti.
Ciro Discepolo
www.solarreturns.com
www.cirodiscepolo.it

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